Ha partecipato al primo corso di Alta Formazione per gelatiere in CAST Alimenti
Da ragioniera a Presidente dell’associazione Maestri della Gelateria Italiana: Candida ci racconta il suo percorso professionale, iniziato con la partecipazione, vent’anni fa, al primo corso di Alta Formazione per gelatiere in CAST Alimenti. Trent’anni di carriera, tra sfide personali e sogni da realizzare, ma con un obiettivo ben chiaro: dimostrare che fare il gelato non è un mestiere solo maschile.
L’anno scorso ha festeggiato i trent’anni di attività della sua gelateria. Ci racconti il suo percorso professionale.
Sono nata a Badalasco, piccolo paese nel bergamasco e lì, quando ero ragazza, c’era solo una trattoria. Mi ricordo che la mia passione per il gelato mi portava spesso a chiedermi: “Ma com’è possibile che qui non ci sia nemmeno una gelateria?” Da questa riflessione è partito il mio progetto. È stata dura all’inizio, soprattutto in famiglia. Mio padre, imprenditore edile, non voleva che mettessi da parte il diploma di ragioniera per rincorrere un sogno. Aveva appena costruito quattro appartamenti per la famiglia: in uno mi sono trasferita appena sposata, nell’altro ho aperto la gelateria. Mi ha chiesto l’affitto del negozio pensando di scoraggiarmi: invece sono andata in banca e ho chiesto un prestito per finanziare la mia attività. Venerdì 17 maggio 1987 alle ore 17.00, contro ogni scaramanzia, ho inaugurato la mia gelateria di 80 mq. Mio padre, in quell’occasione, ha stimato in un anno la durata della mia attività. Un anno dopo ha dovuto ricredersi, tanto che mi ha dato anche l’appartamento accanto, per allargare il negozio, esattamente come è oggi. A oltre trent’anni di distanza posso dire che è stato un successo.
Che tipo di formazione ha seguito e quali difficoltà ha dovuto superare nella sua lunga carriera?
Trent’anni fa, quando ho iniziato, esisteva ben poco nel settore della gelateria. Solo qualche azienda che vendeva macchinari e vetrine per gelati. Nel giro di una decina d’anni sono arrivati i corsi di Alta Formazione in gelateria di CAST Alimenti. Mi sono iscritta al primo corso per gelatiere di CAST tenuto dal grande maestro Luca Caviezel. La scuola e il maestro sicuramente mi hanno insegnato tanto e mi hanno aiutata a rendere concreto il mio progetto, ma la strada per riuscire ad affermarmi in questa professione è stata tutt’altro che facile. Ero l’unica donna gelatiera che frequentava il corso e ho dovuto sfatare una convinzione fin troppo radicata: in pasticceria ci vogliono gli uomini. Ma le sfide mi piacciono e hanno reso ancora più interessante il mio lavoro.
A oltre trent’anni di distanza, pensa di aver raggiunto tutti i traguardi professionali che si era posta?
Dal 1987 ad oggi mi sono sempre occupata con passione della mia Gelateria “American Bar Oasi”, un locale pluripremiato, inserito anche nella guida del Gambero Rosso. Grazie al contributo di mio marito Colombano, la gelateria è diventata anche cioccolateria, punto di riferimento per gourmet e golosi. Ad oggi, abbiamo 15 tavoli all’interno e 30 all’esterno su 300 mq. di attività. Proponiamo gusti tradizionali rivisitati in chiave moderna, yogurt, gelati innovativi e affogati, molto curati nella presentazione. In questi anni, stiamo dando grande rilievo al concetto di salubrità del gelato tradizionale italiano, spendendoci in prima persona per sostenere i suoi effetti benefici e salutistici. Il progetto non si è mai fermato, anzi continua a crescere e ad evolversi con nuove idee e nuovi progetti. Anche se un sogno nel cassetto ce l’avrei ancora … aggiungerei, magari, un angolo cucina …
In qualità di Presidente dell’Associazione “I Maestri della Gelateria Italiana”, ci dice come si è evoluto il mondo della gelateria?
È sicuramente diverso da trent’anni fa. È più aperto, stimolante, innovativo: io sono l’attuale Presidente dell’associazione e faccio parte del Comitato Coordinamento SIGEP: da oltre 10 anni cerco di dare grande visibilità a questo mestiere, esaltando il prodotto “gelato”, i suoi gusti e le materie prime per farlo, parlando anche di bilanciamenti e di salubrità. Oggi che si è superata, almeno parzialmente, la visione “maschilista” della professione di gelatiere, riconoscendo alla donna un ruolo imprenditoriale nuovo, ottenuto con il duro lavoro e la passione, ho altri obiettivi da raggiungere. La caparbietà al femminile in questo mestiere, così come in molti altri, spesso fa la differenza. Non si sostituisce alla tecnica, indispensabile, ma la integra, la arricchisce, la impreziosisce. Lo scorso gennaio, con i ”Maestri della Gelateria Italiana” abbiamo portato questo savoir faire in rosa anche al SIGEP con “Gelato in fiore”, dove al gelato abbiamo abbinato fiori eduli e spezie, per aprire strade di gusto inesplorate e nuove tendenze di consumo. Insomma, questo mestiere mi riserva ancora tante sfide e stimoli da cogliere, lungo un percorso professionale che non smette mai di regalarmi soddisfazioni che traduco, per i miei clienti, semplicemente in emozioni “gelate”.